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Roma verso il futuro con le prime semifinali Next Gen

Gli Internazionali BNL d’Italia avranno di sicuro un nome nuovo nell’albo d’oro: tra i quattro semifinalisti non ci sono nè Djokovic né Nadal ma quattro tennisti della nuova generazione, già protagonisti delle Next Gen ATP Finals di Milano

Questo contenuto è stato pubblicato 11 mesi fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

Le migliori semifinali possibili: alla fine di un torneo pieno di sorprese, nel quale i primi due favoriti, Novak Djokovic e Carlos Alcaraz, sono stati eliminati prima del tempo da avversari che, quel giorno, hanno giocato meglio di loro, i quattro giocatori sopravvissuti sono i più forti dell’attuale panorama mondiale. E i loro confronti promettono di esprimere un livello di gioco altissimo: Daniil Medvedev n.3 del mondo contro Stefanos Tsitsipas, n.5; Casper Ruud n.4 contro Holger Rune, n.7.

Dopo 18 anni in cui in finale trovavamo sempre almeno uno tra Rafael Nadal o Novak Djokovic (che oggi hanno nel palmares rispettivamente 10 e 6 titoli) gli Internazionali BNL d’Italia celebrano le prime semifinali totalmente Next Gen: tutti e quattro i giocatori sono stati infatti protagonisti delle Next Gen ATP Finals di Milano, il Masters con i migliori otto under 21 del mondo (Medvedev nel 2017, Tsitsipas nel 2018, Ruud nel 2019, Rune nel 2021).

Tutti e quattro hanno confermato la loro qualità a livello assoluto meritandosi la chance di diventare vincitori inediti al Foro Italico e di veder incidere il loro nome in un albo d’oro che comprende i più forti giocatori della storia, dallo statunitense Bill Tilden, il Federer degli Anni Venti, all’australiano Rod Laver, unico ad aver completato per due volte il Grande Slam. Da Bjorn Borg a Pete Sampras, fino ai due mostri sacri che hanno dominato l’ultimo quindicennio.

Daniil Medvedev vs Stefanos Tsitsipas

La sfida che si annuncia più calda è quella che ha più precedenti nel circuito mondiale. Mette di fronte due campioni che non si amano e non fanno nulla per nasconderlo.

Danill Medvedev, moscovita di 27 anni, e Stefanos Tsitsipas, ateniese di 24, si sono già affrontati ben 11 volte. Il bilancio è di 7 vittorie a 4 per il russo ma non è il dato statistico l’aspetto che aiuta di più a cogliere l’atmosfera che si respirerà durante il match. Tutto il mondo, almeno quello del tennis, s, che i due non si possono vedere. E se ci fosse qualche dubbio in merito c’è un’immagine romana a testimoniare come Daniil e Stefanos, incrociatisi in questi giorni sullo stretto ponte metallico che collega l’area della Players Lounge con il Campo centrale, si siano totalmente ignorati, come fossero reciprocamente trasparenti uno agli occhi dell’altro.

Tra loro c’è stata acredine sin dal primo incontro nel circuito maggiore, nel torneo di Miami del 2018. Tsitsipas insultò Medvedev durante il match; il russo gli intimò di tenere la bocca chiusa e gli rinfacciò come scorrettezze la lunga pausa “toilet” che il greco si era preso alla fine di un set e il non essersi scusato dopo aver avuto il fortunoso aiuto del nastro per la conquista di un “quindici” importante.

Daniil Medvedev – Foto Giampiero Sposito

Fu Medvedev a vincere quella prima partita mentre l’ultimo faccia a faccia risale alle Nitto ATP Finals di Torino, nel novembre dello scorso anno, quando Tstitsipas si impose nel girone con un tiratissimo 6-3 6-7 7-6. In mezzo altre 9 partite e altri screzi, come quelli della semifinale degli Open d’Australia 2022, vinta dal russo in quattro set durante la quale vennero entrambi ammoniti (e successivamente multati). Medvedev per condotta antisportiva (8.400 dollari): aveva dato dello stupido all’arbitro perché non si accorgeva che il padre di Tsitsipas, Apostolos, dava continuamente dei consigli (allora proibiti) al figlio dalla tribuna. Tsitsipas per averli effettivamente ricevuti, quei consigli proibiti (coaching, multa di 3.500 dollari).

Nei cinque anni di rivalità, ci sono stati anche momenti di possibile pacificazione: il primo fu opera di Nick Kyrgios, l’estroso australiano che diede loro un passaggio sul suo jet privato nel 2019 per andare dal torneo di Washington (nel quale li aveva battuti entrambi) al Masters 1000 canadese di Montreal. La pace durò poco: al tempo delle Nitto ATP Finals, alla fine di quella stagione, Tsitsipas definì “noioso” il tennis di Medvedev e il russo fece sapere che “tra loro non c’era alcun rispetto reciproco, sul piano personale.

Stefanos Tsitsipas – Foto Adelchi FIoriti/FITP

Caratteri molto diversi, personalità forti, nessuna delle due particolarmente impegnata a rendersi simpatica. Stili di gioco diversissimi, sul piano stilistico e tattico. Due opposti.

Tsitsipas attaccante poderoso dai gesti plastici: gran diritto e gran rovescio a una mano, propensione per la rete. Medveded contrattaccante imperforabile dotato però di un servizio perforante. Gesti molto personali, ineleganti ma efficacissimi. Intelligenza tattica sulfurea.

Una partita, quella tra loro due, che è un duello umano oltre che tennistico. Sulla terra battuta si sono incontrati solo due volte vincendo una volta per uno. E per uno solo dei due ci sarà posto nella finale degli IBI 23.

Holger Rune vs Casper Ruud

L’astro nascente Holger Rune, fumantino e geniale ventenne danese (n.7 del mondo) che ha eliminato Novak Djokovic smontandone gli schemi di gioco, ha la grande occasione di prendersi il palcoscenico che a inizio torneo tutti pensavano destinato al serbo n.1 del mondo o allo spagnolo Alcaraz, n.2 (ma n.1 la prossima settimana).

Tutti lo considerano, insieme allo spagnolo e al nostro Jannik Sinner, candidato a dominare il gioco nel prossimo futuro, con la sua impressionate velocità negli spostamenti che gli permette di arrivare prima sulla palla e di giocarla dove all’avversario dà più fastidio.

Holger Rune – Foto Alex Pantling/Getty Images

Potrebbe cominciare a farlo nel presente, a partire da questi Internazionali BNL d’Italia, se per prima cosa supererà l’ostacolo consistente che si presenta con le fattezze nel norvegese Casper Ruud, n.4 del mondo. Il buon Casper non è né geniale né fumantino: anni fa il suo modo di giocare venne definito da Nick Kyrgios (sempre in mezzo quando c’è da discutere) talmente noioso da fargli preferire lo spettacolo della “vernice che si asciuga”. Ruud è però molto educato, molto sportivo e molto determinato a cogliere i risultati che si merita in virtù a una grande dedizione nel lavoro di preparazione che svolge presso l’Accademia di Rafael Nadal. Così, mentre tanti geni della racchetta inciampavano, lui lo scorso anno (a forza di possenti diritti in top sparati da fondocampo e di rincorse infinite) ha raggiunto la finale al Roland Garros, agli Us Open e alle Nitto ATP Finals. E, per qualche settimana, è stato n.2 della classifica mondiale.

Casper Ruus – Foto Justin Setterfield/Getty Images)

A questo va aggiunto che ha già incontrato Rune ben 4 volte, tutte sulla terra battuta. E quattro volte l’ha battuto perdendo un solo set, lo scorso anno a Parigi. Dunque, genialità o meno, non partirà affatto battuto. Un pensierino alla sua prima finale romana lo sta di sicuro facendo.

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