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Sara la combattente ritorna a Roma: oggi il debutto

Nel secondo match sul Centrale Errani affronta la russa Pavlyuchenkova. La romagnola è l’ultima giocatrice italiana ad aver raggiunto la Finale al Foro Italico (2014). Da qualche settimana è rientrata in top 100, lei che nel 2013, l’anno della finale al Roland Garros è arrivata fino al n.5 del ranking

Sara Errani (foto Fioriti)

Questo contenuto è stato pubblicato 11 mesi fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

Giornata d’esordio per Sara Errani agli Internazionali BNL d’Italia in corso al Foro Italico. La 36enne di Massa Lombarda (n.78 WTA), in gara con una wild card, che a Roma vanta la finale del 2014 (stoppata solo da Serena e da un infortunio), affronta la russa Anastasia Pavlyuchenkova (n.506 WTA), in tabellone con il ranking protetto, che l’ha battuta in cinque delle sette sfide precedenti. La vincente di questa sfida avrà in premio al secondo turno Iga Swiatek, la regina del tennis mondiale nonché bi-campionessa in carica.

Sara Errani (foto Fioriti)

La romagnola è la veterana azzurra. Ed il sito della WTA le ha dedicato un bell’articolo: di seguito alcuni passaggi. Sara Errani al suo ritorno a Roma è tutta sorrisi. L’unica giocatrice italiana ad aver raggiunto la finale agli Internazionali BNL d’Italia negli ultimi 35 anni saluta i vecchi amici e ricorda i vecchi tempi. Le piace anche qualche battuta a sue spese. “Due giorni fa con il mio allenatore, ho chiesto, ‘E se la Sara di 10 anni fa giocasse contro quella di ora, cosa pensi che succederebbe?’”, ha detto Errani. “Lui ha risposto: ‘Facile per la te di 10 anni fa!’”.

Errani ride di questa idea. Un decennio fa era all’apice della carriera, raggiungendo la finale al Roland Garros del 2013 e raggiungendo la quinta posizione nel ranking mondiale lo stesso anno. Ora, all’età di 36 anni, è semplicemente tornata di nuovo in top 100, cosa che ha fatto a marzo dopo quasi cinque anni. “Per tre, quattro anni sono stata intorno alla posizione 103, 104 – ha detto Sara -. Quello di tornare in top 100 era un pensiero fisso: ci ero vicina, molto vicina, ma non ci riuscivo. L’ho fatto solo per me stessa: era il mio obiettivo. Ed ora che ho fatto quello che volevo mi divertirò più dell’ultima volta”.

Poi ricorda la sua prima visita al Foro Italico da bambina, a 6 anni, che correva a bordo campo per ottenere l’autografo di Mary Pierce. Ma la motivazione per fare del tennis la sua carriera non è venuta dal guardare gli altri, ma dal divertimento che ha provato lei stessa in campo. La sua carriera, però, è stata segnata anche da lotte. Nel 2016, ha definito la sua migliore virtù come “l’accettazione della sofferenza”, riferendosi agli infortuni ma anche al formidabile compito di essere una giocatrice alta un metro e 65 centimetri che combatte nell’era del tennis moderno. Da allora le cose sono state ancora più complicate. Nel 2017 ha fallito un test antidoping: ha scontato una sospensione per negligenza ma al rientro ha avuto grossi problemi al servizio.

“È stata dura, e gran parte del problema era mentale – ha spiegato Sara -. Ho lavorato con uno psicologo…. volevo divertirmi ancora con il tennis ed ho capito che per riuscirci dovevo superare quella situazione, anche se mi faceva soffrire tanto…. Se vuoi goderti le cose, devi passare attraverso i momenti brutti”. Errani descrive il giocare partite come “un mix di tensione e nervosismo” e afferma di trovare più divertente l’allenamento. Ma il piacere della competizione deriva dal suo modo di superare le avversità.

Sara è consapevole che la sua carriera è agli sgoccioli. È l’ultima giocatrice della generazione d’oro italiana – le “Fab Four” Schiavone, Pennetta, Errani e Vinci, ex compagna di doppio – ancora in attività. Sara è ad un punto della sua carriera in cui le nuove giocatrici come Sara Sorribes Tormo la considerano un idolo. Sebbene Errani affermi di non pensare troppo ad appendere le racchette al chiodo, sa che le restano solo “uno o due anni”. “Non ho più un obiettivo vero – aggiunge – nella mia testa, voglio provare a divertirmi, ad avere ancora più bei ricordi. Gioco perché amo il tennis e mi piace stare in campo. Finché potrò, penso che lo farò”.

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