
Questo contenuto è stato pubblicato 8 anni fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.
Era mogia Sara Errani di fronte ai giornalisti. Il grande affetto che il popolo del tennis (e il pubblico di Roma in particolare) nutre nei suoi confronti le ha giocato un brutto scherzo. Si è trasformato in ansia, in un desiderio esagerato di non deludere. E sul Grandstand del Foro Italico si è materializzato in un vero e proprio blocco. Del diaframma. A Sara è venuto il respiro corto. Ha dovuto farsi aiutare, per sbloccarsi, dal fisioterapista. E quando tutto è andato a posto il gioco è rimasto corto. Non in grado di sfondare, di spezzare il ritmo della britannica Heather Watson che, rimontata dall’azzurra che si è aggiudicata il secondo set, al terzo pareva un muro.
“Ho cercato di forzare, sentivo di dover fare i punti. E sbagliavo. Mentre lei non ha più sbagliato nulla. – ha spiegato Sara Errani – Questo problema al diaframma mi è già capitato. Due volte qui a Roma, una volta a Parigi. Ma non condiziona l’esito delle partite. Ho solo bisogno di sbloccarlo. Perché in generale sto bene. La terra battuta è la mia superficie”.
Troppa attesa, troppa voglia di far bene. Tutto troppo. Oggi è andata così ma niente drammi.
Gli occhioni azzurri di Sara guardano già avanti: “La metà dei giocatori di tennis perde ogni giorno. Si deve solo continuare ad allenarsi, a migliorare. Io non avevo previsto di giocare la prossima settimana, prima di Parigi. Adesso vedrò se riesco ad avere una wild card per Strasburgo o Norimberga”. Mai come in questo caso, “Keep calm and carry on”, Sara. Domani è un altro giorno.
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