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SHAPOVALOV, 100 VITTORIE E UN SOGNO
Il canadese batte Dimitrov, centra la quinta semifinale in un Masters 1000

Questo contenuto è stato pubblicato 4 anni fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

“Shapo” s’abbatte come un’onda sul Pietrangeli. Denis Shapovalov contiene vasti orizzonti e provvisorietà. Immagina, e può, il numero 14 del mondo. Luccica sotto i riflettori del Pietrangeli, batte Grigor Dimitrov, numero 22 del mondo ma n.3 tre anni fa, 6-2 3-6 6-2. Firma la centesima vittoria ATP e la quinta semifinale in un Masters 1000.

Il bulgaro lo affronta come si contrasta il pericolo di un’onda di risacca, lo argina come può nel primo set, guadagna campo nel secondo per poi annaspare di nuovo fino alla sconfitta.

Il canadese con la divisa vintage stile Agassi e il cappellino all’indietro sfida i manuali di tecnica, il comune sentire per cui un colpo buono nasce dai piedi. La palla la sente con tutto il corpo, che avvicina per poi dare una frustrata sciolta e rapida, uno swing che lo coinvolge tanto da portarlo a impattare quasi sempre con i piedi staccati da terra. E non solo quando libera l’estro creativo per i suoi rovesci lungolinea al salto.

Coach Mikhail Youzhny, soddisfatto sui gradoni di marmo, sta mettendo ordine nel disordine senza cancellare nulla del suo istinto. Lo regola ma non lo imprigiona, lo guida per non disperderlo. Così, a Roma, per la prima volta nel 2020 Shapovalov vince due partite nella stessa settimana al set decisivo: qui infatti aveva sconfitto in rimonta il francese Ugo Humbert, provetto pianista.

L’esperienza da giocatore dell’ex numero 8 del mondo, l’affinità linguistica che nasce dall’origine russa della famiglia del canadese, gli danno la voce giusta per farsi ascoltare. Shapovalov si fida, e i risultati si vedono.

Arrivando prima sulla palla, con i suoi movimenti felini, Shapovalov sprigiona energia. E’ in continuo movimento, anche quando è seduto al cambio campo. E’ sempre pronto a scattare, sempre con un surplus di energia da distillare, liberare, consumare.

Non si può dire che Dimitrov giochi male. Dopo un primo set in cui non è riuscito a imporre le sue condizioni, nel secondo ha perso e ricostruito un break di vantaggio. Si è incartato in un doppio fallo sul set point, ma Shapovalov non contiene la spinta nei colpi che decidono il parziale. Gli schemi, però, non lo aiutano nel terzo.

Nel tennis hai tanti alti e bassi, riuscire ad essere continuo non è facile – ha ammesso Shapovalov dopo la partita -, perciò sono felice di riuscire a giocare così bene. Ma preferisco pensare una partita alla volta”.

Il canadese ha ringraziato lo psicologo dello sport con cui da mesi lavora, che l’ha aiutato ad assorbire meglio le sconfitte o i momenti in cui non giocava bene. Anche contro Dimitrov, ha spiegato, “penso di non aver servito bene nel secondo set ma ho fatto un ottimo lavoro rientrando nel terzo. Ho iniziato con due o tre ace nel game d’apertura e sono molto contento di questo“.

Prima di questa sfida, aveva perso due volte su due contro il bulgaro. “E’ grandioso battere un giocatore come lui, ero un suo grande fan da junior, mi piace il suo modo di giocare. Vincere contro di lui per la prima volta è uno step importante per me. Mi dà tanta fiducia sapere di poter sconfiggere un giocatore del suo livello”.

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