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SINNER STUDIA DA TOP 10
Tsitsipas lo batte, non lo ridimensiona

Questo contenuto è stato pubblicato 5 anni fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

La curiosità di vedere Jannik Sinner contro Stefanos Tsitsipas era la molla più forte della giornata. Per taluni addirittura superiore a quella di rivedere sua santità Roger Federer. Dietro il gusto della clamorosa novità, portato da un 17enne italiano che passa il primo turno nel tabellone principale degli Internazionali BNL d’Italia, c’era l’inconfessabile fantasia che il ragazzino dai capelli rossi potesse regalare un’altra (in questo caso pazzesca) sorpresa nell’inedito impatto contro il n.7 del mondo.

Ovviamente non è stato così e per certi versi è una fortuna. Il ragazzo di Sesto Pusteria è riuscito a reggere il confronto e questa è già una notizia clamorosa. Nel primo set è arrivato fino a 3 -3, prima di subire il break che ha lanciato il nuovo mito greco, 20 anni, alla conquista del primo set e, sullo slancio, a quel vantaggio nel secondo sufficiente a condurre in porto la partita con un 6-3 6-2 senza sussulti.

Il mondo avrebbe gridato al miracolo se il ragazzino coi capelli rossi avesse messo a perdere il Jesus Christ Superstar del circuito ma forse tale prodigio non avrebbe giovato alla crescita del nostro grande talentino. Dall’inizio di quest’anno il suo passaggio sul mondo degli tornei ITF da 25mila dollari e sui Challenger Atp è stato talmente travolgente da cancellare qualunque punto di riferimento. Se il primo di gennaio sei n.549 del mondo e alla prima occasione butti giù come birilli giocatori tra i primi 200 con 10 anni di esperienza su di te, si comincia a pensare che tu sia di un altro livello. Poi batti il tuo primo top 100. La settimana dopo ti qualifichi per il tabellone del tuo primo Masters 1000 e metti sotto al primo turno il n.59. Potrebbe venir istintivo pensare che non hai limiti.

Farseli mettere da uno come Tsitsipas, nuova star del circuito, uno che ha appena battuto Nadal a Madrid, è il minore dei mali. Ti può solo aiutare a rifiatare un attimo (si parla di qualche giorno), lavorare sugli aspetti che hai capito di dover migliorare e ributtarti nella mischia con nuova consapevolezza.

Sinner, con quell’aria da liceale anglosassone ben educato, ha una lucidità su questi argomenti che impressiona. Nella conferenza stampa dopo partita ha risposto appropriatamente in tre lingue (italiano, inglese e tedesco) a chi gli chiedeva lumi per interpretare il match odierno e i futuri sviluppi. La chiave di lettura non può che essere condivisibile:

“Ho giocato bene al primo turno di questo torneo e in particolare sono contento di come sono riuscito a recuperare lo svantaggio nel terzo set e a battere un giocatore come Johnson. Oggi non sono a riuscito a esprimermi altrettanto bene ma per me è stato importante rendermi conto di che cosa vuol dire giocare da Top 10”.

“A parte la forza e l’efficacia del servizio, uno come Tsitsipas gioca ad alto livello per tutta la durata del match. Io ancora non ci riesco”.

E a chi gli chiedeva come aveva pensato di impostare il match, lui che aveva detto: “Ho il vantaggio che io conosco lui ma lui non conosce me”, ha spiegato: “Con il mio team (quello di Riccardo Piatti, Massimo Sartori e Andrea Volpini, che l’accompagna nella grande avventura) ci eravamo detti che avrei dovuto cercare di fare gioco, di prendere l’inerzia degli scambi. E di insistere spingendo forte col il rovescio sul suo rovescio per poi attaccare sul lato del diritto. Contro un avversario della sua qualità non ci sono riuscito”.

Ci riuscirà. A tratti ci è già riuscito oggi sul campo n.1 stipato all’inverosimile da un pubblico che già lo ama. Specie i più giovani. Si sentivano, a fine partita, le vocette dei ragazzini che lo chiamavano per farsi autografare palline e pallone Dunlop: Sinner, Sinner. Volevano lui, il riservato e lentigginoso esordiente, non il più bel volto, esuberante del nuovo tennis mondiale, già rivale vero dei mostri sacri, la trimurti Federer-Nadal-Djokovic.

Da Roma jannik ripartirà con questa bella vittoria: ha fatto capire chi è e intuire chi sarà. Un ragazzo semplice e tranquillo ma dalle idee molto chiare e, al tempo stesso, un giocatore con cui il tennis mondiale dovrà fare i conti ad alto livello per i prossimi 10/15 anni. Scommettiamo?

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