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“SMASH: 15 RACCONTI DI TENNIS”
Alla Ballroom presentata l’opera multifirme

Questo contenuto è stato pubblicato 8 anni fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

Non poteva esserci un luogo migliore degli Internazionali BNL d’Italia per presentare un libro di tennis. La buona notizia, per chi ama il nostro sport, è che negli ultimi anni il tennis è diventato un (apprezzato) genere letterario. “Forse è stato merito di Gianni Clerici, forse di David Foster Wallace o forse di Andre Agassi, che ha sbancato le classifiche di vendita con il suo Open” ha detto Claudia Fusani, direttrice della comunicazione degli Internazionali BNL d’Italia nonché moderatrice della presentazione di “Smash – 15 racconti di tennis”, interessante progetto editoriale presentato presso la Ballroom su Viale delle Olimpiadi alla presenza di 4 dei 15 autori di altrettanti racconti con il tennis sempre sullo sfondo: c’erano Sandro Veronesi, Elena Stancanelli, Edoardo Albinati e Leonardo Colombati, i quali hanno descritto i loro racconti. Ciò che rende interessante questo libro è la sua originalità. La presenza di molti autori, ad esempio, ci regala diversi stili di scrittura. E poi i racconti trattano argomenti originali, lontani dal mondo ovattato del tennis professionistico. In quasi tutti i racconti (non proprio tutti) si parla di esperienze reali degli scrittori, in qualche modo legate al tennis. Qui sotto, ecco come i vari autori hanno descritto il loro racconto.

Ph Barbara Crimaudo

Ph Barbara Crimaudo

SANDRO VERONESI – “Quando ero un ragazzino ci sono stati un paio di giorni in cui ero venuto davvero a capo del tennis. Vinsi un campionato toscano a squadre e un torneo individuale. Nel tennis non capita così spesso che la palla vada esattamente dove vogliamo noi. A me è successo, ma soltanto 25 anni dopo ho scoperto che è stato tutto un bluff. Nel circolo di Prato dove giocavo c’era un dottorino, un farmacista, che mi diede un aiuto proibito. Però è andata a finire che oggi devo ringraziare questa persona – che oggi non c’è più – per avermi permesso di far andare la palla esattamente dove volevo. Per un attimo ho vissuto il tennis ideale teorizzato nelle lezioni di Jan Kodes”.

ELENA STANCANELLI – “E’ capitato che la passione battesse l’amore per 6-0 6-0. Nel 1978 ero una ragazzina e facevo la raccattapalle al torneo ATP di Firenze. Il 1978 è stato l’anno in cui una ragazzina ha scoperto sia la morte che il desiderio. Ero innamorata di Adriano Panatta e avrei voluto fare da raccattapalle al suo incontro. Poi è successo che Adriano perdesse su Campo Centrale mentre io facevo da raccattapalle su un campo secondario a un ‘marsigliese bastardo’ di nome Jean-Francois Caujolle. A un certo punto, lanciai la pallina nel modo sbagliato e l’ho colpito in testa. Lui si buttò per terra e in quell’attimo, da persona invisibile, ero diventata la più osservata di quel campo. Lui si è avvicinato e ci sono stati 2-3 secondi in cui i nostri sguardi si sono incrociati. In quel momento ho appreso il desiderio che in un certo senso era un tradimento. Quello sguardo mi ha fatto tradire la parte migliore di me, che era sublimata da “Tu Come Stai” di Claudio Baglioni, la canzone che andava per la maggiore in quel 1978”.

LEONARDO COLOMBATI – “Quando Sandro Veronesi mi ha proposto di scrivere un racconto di tennis, ho subito accettato ma ho pensato di farlo a modo mio. Penso che descrivere il gesto tecnico del tennis, così come di ogni altro sport, sia molto complicato. Allora ho preferito ambientare questo racconto nel 1900, all’interno del mitico Nord Express, il treno che collegava San Pietroburgo a Parigi e avrebbe continuato a farlo fino allo scoppio della seconda guerra mondiale. A bordo del treno c’era questo giovane ufficiale russo che si reca a Parigi per una manifestazione sportiva insieme ai suoi compagni. A Parigi si giocavano diversi sport, oltre al tennis. Da una palla che va dentro o fuori, poi si decideranno i destini di molte cose e persone”.

EDOARDO ALBINATI – “Inizialmente avrebbe dovuto essere Matteo Garrone a raccontare la sua difficile esperienza nel mondo del tennis, poi hanno pensato che sarebbe stato meglio che la raccontasse a qualcun altro. E’ curiosa, la storia di Matteo Garrone: mini-campione di tennis, figlio di un intellettuale, non ha comprato un libro fino ai 19 anni di età. A quel punto recupera fino a diventare un regista stimato. Al circolo Fleming di Roma, Garrone era fortissimo. Batteva quelli più grandi e ha sognato, sul serio, di diventare un professionista. E’ andato da Nick Bollettieri e ha palleggiato con una 13enne Monica Seles, da cui ha perso. Quello che a Roma aveva esaltato tutti, negli Stati Uniti non impressionava più nessuno. I vari Courier ed Agassi erano già nettamente più bravi. Il padre aveva accettato questo fanatismo per il tennis, ma poi l’acquisto del primo libro ha segnato il riavvicinamento con il padre. Da lì si è sviluppata la carriera che lo ha portato a diventare un apprezzato regista”.

“Smash, 15 racconti di tennis”, 234 pagine, è edito da “La Nave di Teseo” e fa parte della collana “Oceani”. Il libro verrà presentato anche sabato 14 maggio, alle ore 16.30, presso il Salone del Libro di Torino.

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