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SONEGO, LA MAGIA NON SI RIPETE
Ko con Khachanov. “Ma la strada è quella giusta”

Questo contenuto è stato pubblicato 5 anni fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

A Karen Khachanov è legato il ricordo forse più bello di Lorenzo Sonego. Basta scorrere di qualche frame a ritroso il file della memoria per tornare al 16 aprile scorso. Country Club di Montecarlo, Lorenzo supera 7-6 6-4 il russo e balza agli ottavi di un Master 1000, diventeranno quarti il giorno dopo grazie al successo sul britannico Norrie. E’ la vittoria più prestigiosa in carriera per  il torinese, uno scalpo quasi da Top 10 (Kachanov era numero 12). Ed è la prima volta cosi avanti in un Master 1000.

E’ passato un mese, anche se anagraficamente Lorenzo ha un anno in più (ne ha compiuti 24 due giorni fa) e almeno 5 mila anime dietro le spalle che lo incitano sulla Grand Stand Arena. Ma stavolta, in coda ad una battaglia di quasi due ore e mezza, non c’è l’happy end. Khachanov si prende la rivincita, 6-3 6-7 6-3, in un match che Sonego ha tenuto in piedi col servizio bomba, finché ha funzionato. Insieme al drittone, la combo perfetta per arginare la pressione da fondo del quasi 23enne russo. Gigante poco sotto i 2 metri, tanto da far apparire il ragazzone torinese da 191 cm meno corazzato di quello che è.

“Rispetto a Montecarlo sono stato meno costante con la prima di servizio, meno propositivo da fondo e meno solido con la risposta” l’analisi di Sonego

“Sonny, Sonny” gridano a gran voce dalle tribune. E Sonego ripaga con una prestazione tutta testa e gambe. E’ un ragazzo pacato che pur si esalta nel clima da corrida, cucito su misura per un cuore Toro come lui (è un grandissimo tifoso granata). Arringa il Centralone braccia al cielo, quando infila Khachanov con un dritto in diagonale dopo aver rimandato indietro l’impossibile. E i 5000 e più non possono che rispondere all’invito. Il “Forza Lori” diventa ben presto un più maccheronico “Daje Lollo”. Khachanov dimostra di non gradire qualche eccesso di tifo ed a fine match lo confiderà a Sonego. “Il pubblico è stato incredibile, sembrava di essere allo stadio. Posso anche capire che il mio avversario abbia un po’ sofferto questa situazione”.

Il servizio è l’appiglio cui aggrapparsi per andare all-in e allungare il match al terzo. Sonego, insieme a Berrettini, è probabilmente l’italiano dotato del miglior colpo di inizio scambio. Prime costantemente oltre i 200 km/h, alternate a qualche slice. Dei 12 ace calati a terra dal piemontese nell’incontro, ben 7 appartengono al secondo set. E bilanciano una fragilità in risposta, soprattutto col rovescio, emersa dalla metà del secondo parziale in poi. Il tie break, vinto 7-1 dall’azzurro lascia sperare in un’altra giornata storica. Sulle tribune si balla al ritmo dei “The Giornalisti” che fa tanto estate. In realtà qualche nube minacciosa si addensa, più che sul Foro Italico, nella testa e soprattutto nelle gambe di Sonego dopo il break concesso al moscovita all’alba del terzo set. Qualcosa si è inceppato nella coscia sinistra, affidata alle cure del medico. “Sono molto dispiaciuto perché sentivo di poterla vincere, ma ad un certo punto sono crollato fisicamente. Non ne avevo più. Per poter competere a questi livelli, devo compiere un ulteriore salto di qualità a livello fisico e migliorare anche nelle scelte da prendere nelle fasi cruciali del  match. Ma questo accadrà soltanto continuando a giocare partite di livello così alto”.

Resta la consapevolezza che la strada per un nuovo upgrade in classifica è quella giusta. E per uno che nell’ultimo mese ha scalato oltre 30 posizioni nell’Atp non è poco. Ora alle viste c’è il Roland Garros, passando per Ginevra. “E’ la prima stagione che mi trovo ad affrontare tornei di questo livello, non voglio pormi troppi obiettivi o pressioni. Devo percorrere questo cammino in maniera tranquilla e spensierata”.  

Non vuole guardare troppo avanti Sonego, ma le Atp Finals nella sua Torino dal 2021 al 2025 suscitano emozioni e sogni speciali. “Rappresentano sicuramente una motivazione in più per me a lavorare ancora meglio. Anche se sono ancora lontane nel tempo e nella classifica”.

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