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SONO BRIVIDI FORTI PER LA PENNETTA
Commozione sul Pietrangeli per il “Tribute to Flavia”

Questo contenuto è stato pubblicato 8 anni fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

Foto Antonio Costantini

Foto Antonio Costantini

“Non preoccuparti, mi prenderò cura io di te”.
Si è chiuso così, con una dolce dichiarazione di Fabio Fognini, il video che la WTA ha dedicato a Flavia Pennetta e trasmesso sul maxi-schermo del Campo Pietrangeli. Lo hanno chiamato “Tribute to Flavia”, ma dentro questi 22 minuti c’è stato di tutto. Qualcuno (più di qualcuno…) si è messo a piangere. Anche Flavia si è commossa, ben due volte, anche dopo essere entrata in campo e aver detto: “Tranquilli, ho già pianto”. Ma di fronte a una folla emozionata quanto lei e a una decina di colleghe (è giusto nominarle tutte: Bethanie Mattek Sands, Lucie Safarova, Roberta Vinci, Karin Knapp, Elena Vesnina, Sara Errani, Yaroslava Shvedova, Carla Suarez Navarro, Laura Arruabarrena e Francesca Schiavone. Alla fine si è aggiunto anche Andreas Seppi) non poteva restare indifferente. Quando ha iniziato a ringraziare la WTA – rappresentata dal presidente Steve Simon – le labbra hanno iniziato a tremare. Allora la WTA ha pubblicato un video in cui una serie di leggende del tennis, passato e presente, hanno mandato il loro saluto a Flavia. Anche loro vanno ricordate: Errani, Safarova, Dulko, Djokovic (il quale, con espressione malandrina, l’ha invitata a ripensarci…), Muguruza, Evert, King, Hingis, Nadal, Dementieva (in un insospettabile italiano), Vinci, Serena…e Fognini, che ha chiuso con il messaggio scritto qualche riga fa.
Perché Flavia non è mai stata sola. E non sarà mai sola.
Flavia si è fatta amare da tutti perché è una persona vera, semplice, onesta.
Erano tutte commosse, ogni abbraccio era sincero. Non sappiamo se la WTA sia davvero un ambiente dove è difficile fare amicizie. Fosse così, per Flavia non è stato così. Le vogliono tutte davvero bene. Le lacrime sono l’espressione più sincera di un sentimento, e ne sono scese tante.

Foto Antonio Costantini

Foto Antonio Costantini

Quando Flavia si era ripresa, le hanno dato un (dolce) colpo di grazia emotivo. L’istrionico Fabio Fognini, che tra un mese esatto diventerà suo marito, è entrato in campo con un enorme mazzo di rose rosse. Poi è stato il momento di Francesca Schiavone, l’amica di sempre, che tra una lacrima e l’altra ha fatto un discorso toccante. Per davvero. “Quando aveva 16 anni era un po’ spaesata, sembrava Calimero, allora io la prendevo e la portavo a ballare. La mattina dopo, alle 9 eravamo in campo. Poi a 25 anni di età, questa ragazza è diventata una donna. Una donna capace di prendere le sue decisioni, di fare i suoi passi da sola. E poi, il venerdì prima dello Us Open, questa donna ormai cresciuta si è seduta a parlare con me, delle solite cazzate. Ma alla fine mi ha detto: “Fra, questo sarà il mio ultimo Slam”. Spero che questo non sia un addio, ma un arrivederci. Ti prego, resta te stessa”. Lei si è emozionata. Jeans, maglia bianca e giacca grigio chiaro, era sempre la ragazza semplice che ha fatto innamorare Fognini. E alla fine saluti, foto ricordo, ultimi abbracci e la promessa che sarà un arrivederci. “Mi vedrete ancora in giro, anche se in altra veste”. Alle 20.48, è calato il sipario. Ma solo per stasera. La vita riparte domani.

Non è semplice scrivere di Flavia Pennetta senza essere banali o noiosi. Ancor più complicato non essere ripetitivi. Perché Flavia è sempre stata trasparente: nel modo di pensare, nel modo di mostrarsi al mondo. Sempre spontanea nelle interviste, si è messa a nudo con un libro, poi tramite i social network. Di lei conosciamo tutto, anche quei dettagli che altre persone, con un carattere diverso, avrebbero certamente tenuto per sé. Si può trovare un sostantivo per descrivere la carriera di Flavia Pennetta? Sicuro. Ce ne sarebbero tanti, ma uno ci piace più di tutti: Amore. L’Amore con la A maiuscola che ha messo in ogni cosa, che ha riservato a ogni persona incontrata nel cammino. I primi sono stati i genitori, l’ultimo è Fabio Fognini, l’uomo che diventerà suo marito in una cerimonia da sogno, il prossimo 11 giugno. In mezzo ce ne sono stati tanti, alcuni ingenui, altri dolorosi, altri persino “cattivi”, come la lunga serie di infortuni che ne ha spezzettato la carriera in mille parti. Prima ha avuto il tifo, poi problemi assortiti a spalla, fascite plantare e i due polsi. Il sinistro nel 2007, il destro nel 2012. Eppure è diventata ugualmente una leggenda. Era già un mito fino al 12 settembre 2015, poi il clamoroso successo allo Us Open le ha dato un posto tra i grandi dello sport italiano. Nessuno avrebbe da ridire se il suo nome fosse aggiunto alla “Walk of Fame”, la suggestiva passeggiata di Viale delle Olimpiadi, Foro Italico, dove c’è una targa per ciascuno dei 100 più grandi atleti del nostro sport. E pensare che papà Oronzo, per quanto l’abbia amata da morire…non si aspettava una femminuccia. Era già nata la primogenita Giorgia e tutti gli dicevano che sicuramente avrebbe avuto un maschietto. Ne era convinto fino al giorno del parto, quando il ginecologo (il dottor Angelo Argentieri, attuale presidente del Circolo Tennis Brindisi) gli disse: “Guarda che è una femmina!”. Dopo uno scatto iniziale, più scherzoso che altro, ha capito che sarebbe stato un grande Amore. Quello per il tennis è scoppiato qualche anno dopo, quando ha iniziato a giocare nella sua Brindisi. Una delle prime a a seguirla è stata Elvy Intiglietta, la zia, nonché mamma di Claudia Giovine, che proprio nel giorno del tributo a Flavia ha fatto il suo esordio nel tabellone degli Internazionali BNL d’Italia. Il primo a intuirne le potenzialità fu Michelangelo dell’Edera, attualmente direttore dell’Istituto Superiore di Formazione. L’ha incontrata per la prima volta a Bari, nel 1990, durante un raduno regionale. Fino ai 14 anni di età non ha ottenuto grandi risultati, per quanto Dell’Edera avesse scommesso a occhi chiusi su di lei. L’aveva giurato anche all’indimenticato dirigente Franco Costantino. E ha avuto ragione. Prima il Centro Tecnico a Roma, poi il trasferimento a Milano, città così diversa per clima e abitudini rispetto a dov’era partita. Dopo la parentesi con Barbara Rossi (periodo in cui è diventata una giocatrice vera), ha perso la decisione più importante della sua vita: trasferirsi in Spagna.

Un’altra grande qualità di Flavia è stata la capacità di scegliere sempre da sola. Ha sentito che la Spagna sarebbe stata la scelta giusta, poi ha avuto la fortuna di trovare il coach adatto, quel Gabriel Urpi che ha forgiato la Pennetta che tutti conosciamo. Una giocatrice a tutto campo, brava a vincere le partite, spesso competitiva contro le più forti. Un sodalizio durato 10 anni e interrotto soltanto quando Urpi ha ricevuto una proposta, irrinunciabile, dalla federazione francese. E’ finita tra le lacrime di entrambi. Quando soffrono tutti e due, vuol dire che è stato amore vero. Il 2012 è stato un anno terribile per Flavia: la separazione con Urpi e l’operazione al polso destro, resa necessaria dopo che aveva scoperto di averlo sfilacciato per un buon 80%. Al rientro, uscita dalle top-150, si prese un anno di tempo. Se non fosse tornata competitiva, avrebbe detto addio a fine 2013. non è stato facile, ma si è ripresa in tempo e ha trovato in Salvador Navarro (ex ottimo giocatore, presente anche nella serata de Pietrangeli) un coach preparato e capace di plasmare definitivamente il suo tennis. La semifinale allo Us Open 2013 è stata la molla che l’ha spinta a giocare ancora, a spingersi oltre i limiti che si era autoimposta. Ad esempio, nell’aprile 2012, ospite a una trasmissione televisiva, disse che si sarebbe ritirata entro un paio d’anni. Ogni appassionato (non solo gli italiani, crediamo) la ringrazierà a vita per aver allungato la sua permanenza nel tour. E c’è stato il finale da film, con il clamoroso trionfo allo Us Open nel giorno dell’unica finale tutta italiana nella storia del Grand Slam. Accanto a una giornalista importante come Robin Roberts, ha annunciato il ritiro in mondovisione. Un ritiro non immediato, ma concretizzato un paio di mesi dopo, alle WTA Finals di Singapore. Un saluto “giusto”, dopo una sconfitta con Maria Sharapova, ma forse un po’ freddino. Non l’avevano celebrata a dovere. Per fortuna ci hanno pensato martedì 10 maggio, nell’incantevole cornice del Foro Italico, dove finalmente l’hanno abbracciata come si deve. Una grande storia d’Amore (per il tennis) non poteva che finire così. Ma sono ancora tanti, tanti, gli Amori cui Flavia si dedicherà nel resto della sua vita. E non è detto, chissà, che anche questo amore non possa avere un’appendice romantica. In fondo, Rio de Janeiro è un posto bellissimo…

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