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Stan perde felice
John cancella le lacrime

Questo contenuto è stato pubblicato 6 anni fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

“Son contento. Francamente non credevo di giocare già così bene”. Se lo senti dire da uno che ha tre Grand Slam nel palmares come Stan Wawrinka dopo aver perso 6-4 6-4 al primo turno contro tale Steve Johnson, n. 55 del mondo, ti verrebbe spontaneo di darti un pizzicotto per capire se sei sveglio o sottoporti alla prova del palloncino.

Quando però lo stesso Wawrinka ti spiega che è tornato a tempo pieno sul campo da tennis solo da dodici giorni dopo mesi e mesi di convalescenza, rieducazione e lavoro in palestra capisci perché una partita di tennis può avere un vincitore e uno sconfitto che escono dal campo entrambi di buon umore.

Per lo svizzero, finalista a Parigi lo scorso anno (quindi vicino a perdere quel consistente bottino di punti che lo tiene ancora al n.25 del mondo), l’idea di essere riuscito comunque a giocarsi la partita contro un tennista solido come l’americano è la consapevolezza di poter riprovare davvero a recuperare quel livello di gioco straordinario che ne ha fatto il vero quanto uomo dopo il quartetto dei Fab Four Federer, Nadal, Djokovic, Murray. Una fiducia che è alimentata dal ritrovato rapporto con l’allenatore Magnus Norman che si era rotto proprio nel momento più difficile, quello post operazione al ginocchio sinistro. L’apparizione in Australia a inizio anno era stata un esperimento: sapeva benissimo di non essere pronto.

Tre successivi mesi di palestra durissimi e dodici giorni sul campo sono valsi a Stan The Man la possibilità di sentirsi competitivo. Per questo si è dichiarato ‘happy”. Non ha dolore e sente di aver bisogno di lavorare ancora molto in palestra e di giocare tante partite. Ma pare pronto a farlo con la serenità di essere supportato dal suo storico team fino alla fine della stagione.

Dall’altra parte della rete la felicità ha il volto barbuto di Steve Johnson che porta a casa uno scalpo prestigioso in questa prima parte di una stagione dove sta recuperando se stesso dopo il trauma della perdita del padre, un anno fa, all’indomani della prima vittoria di grande prestigio di Steve.

Accadde sulla terra verde americana di Houston. E quella fu l’ultima partita che Steve Johnson senior vide giocare al figlio, di cui era stato anche l’allenatore. Morì improvvisamente, nel sonno. Proprio alla vigilia degli Internazionali BNL d’Italia. Il figlio Steve si cancellò dal torneo. E face notizia il suo rientro al Roland Garros. Stravolto. Si mise a piangere durante un match. E la scena si ripetè a Wimbledon.

Una perdita devastante che il buon Steve non riusciva a sopportare. Lo hanno aiutato gli amici sul circuito, il gruppo degli americani, specie Sam Querrey con cui gioca il doppio. E Johnson si ripresentò a Houston quest’anno non certo da favorito, n.51 del mondo lui che era stato anche n.21. Ma nessuno riuscì a fermarlo, nemmeno John Isner, n. 9 del mondo, nei quarti di finale. Nel match decisivo battè il connazionale Tennys Sandgren, Un altro che aveva subito la perdita del padre in tempi recenti. Racconta Johnso , in uno speciale a lui dedicato dall’Atp, che nell’abbraccio di fine match Sandgren gli disse una frase che mai dimenticherà: “I nostri ci stanno guardando dagli spalti”. E che lo fece finire irrimediabilmente in lacrime.

Oggi Steve Johnson festeggia una bella vittoria e una nuova attitudine. Dopo il trionfo a Houston 2018 si è sposato con la bellissima Kendall. Ed è tornato a Roma non per dimenticare il dolore di 12 mesi fa: per andare oltre.

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