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SEMIFINALI SUPER: RAONIC-DJOKOVIC E DIMITROV-NADAL
I GIOVANI LEONI A CACCIA DI UN POSTO AL SOLE

Questo contenuto è stato pubblicato 10 anni fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

Forse è meglio così. Andy Murray avrebbe meritato di battere Rafael Nadal, certo. Ma gli ultimi 10 anni sono stati segnati dalle sfide tra Roger Federer e Rafael Nadal. Alle 20, in una sessione serale esaurita da mesi, vivremo quanto di più simile. A sfidare lo spagnolo ci sarà Grigor “Grisha” Dimitrov, sempre meno promessa e sempre più realtà del tennis mondiale. Ieri ha compiuto 23 anni e coach Roger Rasheed gli ha spalmato una torta in faccia. In serata, lo abbiamo avvistato in tribuna stampa, mimetizzato tra i giornalisti inglesi, a seguire Nadal-Murray. Cercava di trovare un modo per spalmare un’altra bella torta in faccia, stavolta al maiorchino. Scavando nel passato, il clan Dimitrov trova buone sensazioni. Rafa è avanti 4-0 nei precedenti, ma ha sempre ceduto un set. Qualche mese fa, all’Australian Open, ha rischiato grosso. Dimitrov non gli ha dato tregua per tre set, accorciando il campo con una costanza impressionante. Lo spagnolo ne ha vinti due (prima di dominare il quarto) solo perché si chiama Nadal. Tuttavia, questa semifinale romana è a rischio. E’ un robot sotto le sembianze di un isolano, ok, ma ha giocato oltre otto ore in tre giorni. Francamente, ci stupiremmo se non patisse almeno un po’. Dimitrov è certamente più fresco, avendo giocato appena mezz’ora nei quarti, in virtù del ritiro di Haas. Tecnicamente, tuttavia, la partita è favorevole a Rafa. I destri col rovescio a una mano sono le sue vittime preferite. Aspettiamoci decine di drittoni incrociati, con palle da colpire al secondo piano. Dimitrov dovrà essere pungente col servizio e costringere Rafa a uscire dalla tana. Insomma, una specie di gatto contro topo. Riuscirci è complicato, ma se c’è un giocatore in grado di farlo, beh, è proprio il belloccio di Haskovo.

La prima semifinale, in campo alle 14, vedrà di fronte Novak Djokovic e Milos Raonic. Non è facile trovare spunti dagli scontri diretti. I due si sono affrontati solo una volta, lo scorso settembre, in Coppa Davis. Era un match molto delicato, col Canada ad un passo dall’espugnare Belgrado. Ma la terra battuta (sia pure indoor) diede una grossa mano al serbo. Finì 7-6 6-2 6-2 ed è un motivo sufficiente per darlo favorito, l’unico capace di interrompere l’egemonia di Rafael Nadal nelle ultime nove edizioni. Raonic sta facendo un lavoro interessante con Riccardo Piatti, dopo che Ivan Ljubicic lo aveva già instradato. Ha capito che il servizio può dargli una grossa mano anche sulla terra battuta, ed è migliorato in vari settori. Lasciamo la parola a lui: “Sono cresciuto nei movimenti e nella risposta. In generale, sto diventando un giocatore migliore. Inoltre mi piace come mi comporto nelle situazioni difficili. Significa che sono cresciuto sul piano mentale”. Tutte qualità che gli serviranno contro Mister Intensità Djokovic. Non è facile inquadrare l’attuale momento del serbo. Ha offerto scampoli di grande tennis, ma anche passaggi a vuoto. Non sarà facile passare da un fondocampista come Ferrer a un bombardiere. Di certo è uno dei migliori ribattitori del circuito e potrebbe neutralizzare il servizio di Raonic. Senza il suo colpo migliore, è difficile considerare il canadese come un top-10. “Se riesco a controllare il centro del campo, se riuscirò a dettare il gioco e prendermi cura del mio servizio, posso fare cose importanti” ha chiosato Milos. Nole parte favorito: dopo la battaglia Errani-Jankovic, un po’ di tennis bum-bum è quello che ci vuole. E Un contrasto di stili, seppur non marcatissimo, è sempre gradevole.

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