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UNO SCOZZESE A ROMA
Murray doma vento e Goffin
“Nole-Rafa? Macchè, torno da Sophia”

Questo contenuto è stato pubblicato 8 anni fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

Il Foro Italico ed Andy Murray sono probabilmente incomprensibili l’uno per l’altro. La mentalità romana e la mentalità scozzese: esistono due cose più distanti? Pensate a Mastroianni che sorseggia scotch in un castello delle Highlands, oppure a Sean Connery che sfreccia in Vespa sul Lungotevere mandando a quel paese un carabiniere. Più o meno, siamo lì. Solo che al Foro ci sono i campi da tennis e lì, anche fossimo nella giungla, Murray sarebbe a suo agio e con qualcosa da dire.
Quest’anno Andy ha la più grande occasione della sua carriera per arrivare in finale agli Internazionali BNL d’Italia. Se l’è guadagnata con un torneo impeccabile, che non gli ha proposto nessun peso massimo ma che l’ha visto commettere pochissime sbavature: tre vittorie in due set, l’ultima delle quali, quella odierna, contro un David Goffin ispirato ma sconfitto per 61 75. Ispirato è anche Murray, non solo sul campo: qui con lui, rivela in conferenza stampa, c’è un’ospite speciale. “Mia figlia è qui, Djokovic-Nadal non so se la guarderò, ora vorrei tornare da lei”, ha rivelato Andy in conferenza stampa.

Il suo quarto di finale contro il belga era una rivincita della finale di Coppa Davis più individuale della storia recente della competizione, quella che ha consacrato Andy Murray come autentica leggenda del fu British Empire. Il numero 3 del mondo (tornerà al 2° posto lunedì) ha giocato un set, il primo, da maestro contro l’allievo. Un break in apertura, in favore di colui che giovedì sera ha fatto stropicciare gli occhi a tutti coloro abbiano letto il punteggio (60 60) del suo ottavo contro Berdych, sembrava impostare il tono del match su binari favorevoli all’underdog. Invece, proprio come il maestro che concede un handicap al suo pupillo per poi fargli capire chi comanda, Andy gli ha restituito una delle ciambelle tanto care a Goffin: un parziale di sei giochi a zero impressionante. Il secondo set è stato molto più complesso, molto meno preciso e condizionato da un vento fastidioso. Il risultato sono stati sette break su dodici giochi totali, cinque dei quali consecutivi tra il 3 pari e il 6-5 per Andy. Goffin ha avuto l’occasione di far girare la partita andando avanti per 3-1, e ne ha avuta un’altra una mezz’ora più tardi, con una palla per andare avanti 6-5. Non ha colto nessuna delle due, con gravi colpe nella seconda: sono stati tre errori gratuiti di rovescio, consecutivi, ad aver mandato Andy a servire per il match. Che ha chiuso, finalmente, lasciandosi alle spalle il pessimo tentativo precedente di servire per il match, sul 5-4.
“Le condizioni oggi erano difficili”, dice Murray senza sorprendere nessuno, “il vento cambiava direzione in continuazione, la terra si alzava, spesso sembrava un campo in cemento perché era volata via tutta.” Sabato, contro Lucas Pouille, troverà un avversario libero da pressioni e in grande fiducia. Murray, attento e intelligente com’è, non corre di certo il rischio di sottovalutarlo: “L’altro giorno ha ammazzato (killed, ndr) Ferrer, 64 e 61, su terra è un risultato fantastico. Sarà un match difficile”. E le condizioni, viste le previsioni per il weekend, potrebbero essere ancora più invadenti di quelle odierne. Andy però ha la faccia di chi pensa solo a ciò che dipende da lui. E con la piccola Sophia ad attenderlo, anche Andy lo scozzese potrebbe sentirsi a casa a Roma.

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