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Vagnozzi: “Sinner deve completarsi ma sarà uno dei più forti del mondo”

Questo contenuto è stato pubblicato 2 anni fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

Ho un ‘materiale’ tra i migliori del mondo”. Parola di Simone Vagnozzi, da febbraio coach di Jannik Sinner. Stoffa da campione, quella dell’altoatesino, che il marchigiano proverà ad esaltare. “Ha un tennis molto efficiente, deve completarsi in diverse aree del suo gioco, come a rete, deve aggiungere variazioni. Sono contento della sua disponibilità e del suo approccio al lavoro” ha detto in conferenza stampa alla vigilia dell’esordio di Sinner, italiano con la miglior classifica in tabellone agli Internazionali BNL d’Italia, contro Pedro Martinez: numero 13 ATP l’azzurro, numero 40 lo spagnolo.

Siamo contentissimi di essere qui, c’è grande euforia su Jannik. Il clima è ottimo, il pubblico lo aiuterà” ha aggiunto Vagnozzi, che ha iniziato questa esperienza da allenatore con grande rispetto per il percorso dell’altoatesino con Riccardo Piatti. “Riccardo è il miglior coach in Italia a livello di risultati. Non mi posso confrontare con lui: io ho iniziato la mia carriera da sei anni“. E già più di qualche soddisfazione l’ha raggiunta.

Ex numero 161 del mondo da giocatore, Vagnozzi ha vissuto da allenatore la cavalcata di Marco Cecchinato fino alla storica semifinale del 2018 che ha lanciato il rinascimento del tennis italiano degli ultimi anni.

Terminato il rapporto con il siciliano, aveva lavorato fino a fine 2021 con Stefano Travaglia che con lui è entrato in Top 100 e ha raggiunto la 60a posizione nel ranking ATP. Il lavoro con Sinner lo proietta in una dimensione diversa, e aumenta l’attenzione su di lui.

“Se avessi paura di tutti i commenti e le reazioni non avrei preso questo incarico – ha detto -. Sicuramente per me è un’occasione importantissima, spero di poterlo aiutare”.

Il compito di aggiungere delle componenti al suo tennis in una fase così densa di tornei non è certo elementare. “Jannik però gioca sempre per vincere, e questo rende il lavoro più facile. Per un allenatore, sapere che il giocatore dà sempre e comunque il 100% è speciale”.

Poi se l’allenatore è valido, tanto meglio. “I coach bravi sono importanti – ha detto -, devo difendere anche la categoria. Anche perché tra i giocatori si sta riscoprendo un po’ di varietà. Basta vedere un giocatore come Alcaraz, che si è lanciato, è ancora più precoce di Jannik. Ma questo non significa che Jannik non possa diventare ancora più forte”.

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