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Volandri e Cozzoli: il futuro dello sport inizia dalla scuola

Questo contenuto è stato pubblicato 2 anni fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

Nei giorni degli Internazionali BNL d’Italia, il Foro Italico è il luogo dell’abbraccio fra sport di alto livello e pratica di base. “Da qui vogliamo lanciare un messaggio di pace e di speranza per lo sport” ha detto Vito Cozzoli, presidente di Sport e Salute che ha organizzato con la Federazione Italiana Tennis il ciclo di incontri “Vita da Campioni” con l’obiettivo di far dialogare i rappresentanti delle istituzioni e i grandi atleti azzurri. Al primo appuntamento, nell’area WeSportUp del Foro, sono intervenuti Giuliano Amato, presidente della Corte Costituzionale, il capitano azzurro di Coppa Davis Filippo Volandri e Giuseppe Gibilisco, campione del mondo di salto con l’asta prima di iniziare una seconda carriera nel bob.

Lo sport, questo uno dei messaggi forti emersi dall’incontro, è un’occasione di unione. Ne è convinto anche Filippo Volandri, che ha raccontato a una platea di maestri di tennis come uno degli obiettivi del settore tecnico della Federazione Italiana Tennis e della nazionale di Coppa Davis sia proprio “creare uno spirito di squadra in uno sport individuale attraverso il senso di appartenenza. Lo sport è un veicolo ideale per tornare a una sorta di normalità”.

Il tema dei rapporti fra lo sport e la politica è sempre più centrale in questi mesi, alla luce degli effetti della guerra in Ucraina sulle competizioni internazionali. “Lo sport ha il potere a unire un po’ tutti, Mandela in Sudafrica ha unito bianchi e neri – ha detto Gibilisco -. Fare sport significa rispetto delle regole e dell’avversario, che poi terrai anche nella vita”.

Aumentare la base dei praticanti fa naturalmente crescere le possibilità di sviluppare buoni giocatori. “Se oggi parliamo di tennis anche al bar è grazie all’esempio di campioni come Matteo Berrettini e Jannik Sinner, ma anche a quello che succede nelle scuole – ha detto Volandri -. E questo grazie a progetti come ‘Racchette di Classe’ della Federazione Italiana Tennis e a Michelangelo Dell’Edera”, direttore dell’Istituto Superiore di Formazione Roberto Lombardi, presente in prima fila.

Ma gli obiettivi della progettualità di Sport e Salute per l’attività di base, soprattutto con le scuole, non si restringono al miglioramento futuro della performance di alto livello. “Abbiamo voluto scendere in campo garantendo lo sport come diritto” ha detto Cozzoli, ricordando l’approvazione in prima lettura al Senato del diritto allo sport nell’articolo 33 della Costituzione. “Dal prossimo anno scolastico sarà garantita l’educazione motoria nella quinta elementare ma dobbiamo fare più. Lo sport è occasione di crescita morale, educativa e formativa, non solo fisica” ha detto Cozzoli.

L’opportunità della pratica sportiva per il benessere individuale aumenta con il crescere dell’età. “Abbiamo 32 milioni di sedentari in Italia” ha sottolineato Cozzoli, citando i dati di una ricerca SWG-Sport e Salute del dicembre 2021. “Vogliamo che gli italiani facciano più sport, lì dove è organizzato e strutturato. La pandemia ha fatto emergere una maggiore domanda di sport che si è consolidata. Abbiamo pensato di trasformare il Foro Italico nella casa dello sport italiano. Abbiamo trasformato la Grand Stand Arena nell’unica palestra gratuita a cielo aperto d’Italia”.

Al Sud, però, c’è ancora molto da fare. “E’ vero. Ho presentato un progetto con il PNRR con cui ho donato una struttura sportiva a Siracusa – ha detto Gibilisco -. Ho trovato una marea di muri di gomma, ma lo sport mi aiuta a perseverare e sono riuscito alla fine a convincere il sindaco”.

Proprio per incentivare la pratica sportiva e a una vita sana è nata Sport e Salute che, ha concluso Cozzoli, sta lavorando “per promuovere lo sport nei quartieri grazie a tanti campioni e società. Nell’ultimo mese abbiamo disseminato l’Italia di progetti per lo sport e per il Paese. A Matera, dove abbiamo portato occasioni di pratica a bambini che ne avevano bisogno, grazie al campione del mondo del 1982 Franco Selvaggi, mi sono emozionato e realizzato come presidente di Sport e Salute”.

Lo sport, ha concluso Gibilisco, deve essere un diritto. “Il Governo deve impegnarsi a garantirlo soprattutto per chi non può permetterselo. Così sono sicuro che non perderemo più dei potenziali campioni”.

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