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Interviste

FOGNINI 2.0 L’INFORTUNIO E’ ALLE SPALLE
“Mi sono ritrovato in fretta, datemi il Pietrangeli”

Questo contenuto è stato pubblicato 8 anni fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

Le sensazioni sono ottime. Sarà l’imminente matrimonio, sarà la naturale evoluzione di un ex ragazzo che ha quasi 29 anni. Qualunque sia la ragione, Fabio Fognini si è presentato a Roma in grande tranquillità. L’ingrediente giusto per un torneo dove pressioni e attenzioni sono imponenti. Un Fognini che, a sorpresa, sta giocando molto bene dopo quasi due mesi di stop per il problema agli addominali. “Sul piano tecnico ho faticato soltanto a Monte Carlo, ma già lì non avevo più dolori. Poi ho trovato un buon rendimento: quarti a Barcellona, semifinali a Monaco, a Madrid ho buttato via una bella partita contro Nishikori…ci ho messo poco a tornare in forma, anche se fisicamente non sono ancora al 100%”. Fognini prova ancora una certa amarezza per la sconfitta contro Nishikori, in cui è arrivato a due punti dal match. “Magari avrei perso al turno dopo, ma vederlo in semifinale mi ha fatto pensare. Così come mi ha fatto riflettere la mia capacità di metterlo alle corde per un’ora e mezza. Stiamo parlando del numero 6 del mondo”.

Fabio Fognini (Foto Antonio Costantini)

Fabio Fognini (Foto Antonio Costantini)

Fognini ormai non fa più caso alle pressioni, a quelli che dicono “se avesse un’altra testa…”: “Ormai ci sono abituato. A 29 anni è difficile cambiare, non credo che potrò modificare la mia natura, però sto lavorando per modificare qualcosa. Non vorrei dimenticare che con il mio modo di essere sono pur sempre arrivato al numero 13 del mondo”. Lo dice senza alzare la voce, ponderando le parole, importante segno di maturità. La maturità di chi ha avuto qualche dubbio. “Nel periodo in cui sono stato fermo ho riguardato molto i miei match dei momento d’oro, diciamo nel 2014. Dubbi, domande, ho pensato a tante cose. Il mio coach mi ha detto che sono fortunato ad avere il talento che mi ha fatto tornare così velocemente a giocare bene. Il ranking? Avendo perso tornei importanti, adesso dovrò lavorare doppio. Alla fine di tutto, la nostra vita dipende dai risultati”.

Parlando dei suoi tornei del cuore, Fabio ha ammesso che il Roland Garros resta il sogno della sua vita, anche più degli altri Slam, perché è cresciuto sulla terra battuta e la distanza dei tre set su cinque gli offre quel margine in più che non ha sulla lunga distanza. “Però tengo da matti anche a Roma, perché sono italiano, per l’ambiente…se vincessi a Roma prenderei il posto del Presidente. Ma sono sogni: a volte si avverano, molto spesso no. Per questa settimana non ho grosse preferenze tra giocare di giorno e giocare di sera: ho fatto un po’ di fatica ad adattarmi al Centrale perché dalle 16 alle 18 il campo era molto rapido e non c’era terra. Dovessi esprimere un desiderio, mi piacerebbe giocare sul Pietrangeli”.

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