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L'editoriale di Diego Costa

Primo giorno: vedi alla voce «coraggio»

Questo contenuto è stato pubblicato 10 anni fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

Dopo un sabato del villaggio chiassoso e affollato che ha dimostrato come il tennis sia senza età e senza barriere, la domenica degli Internazionali di tennis numero 71 offre i primi incontri del tabellone principale.
Sbrigato ieri il rito del sorteggio maschile e femminile si giocano i primi sei match in programma nel singolare maschile, mentre anche i tornei di qualificazione giungono alle decisive sfide. Finalmente è domenica, recitava un bel film francese di tanti anni fa. Finalmente è domenica esclamiamo anche noi, sparpagliandoci nella cittadina del Foro che chiede sport, che ama i campioni (che applausi agli allenamento dei più attesi protagonisti: Fognini, Seppi, o quel Nole Djokovic che sul centrale, palleggiando con Andreas, ha mostrato di essere uomo… di polso.
A proposito: la parola-chiave che rappresenta l’invisibile filo conduttore delle primissime sfide di Roma 2014, è molto chiara. Vedi alla voce: coraggio. È la dote che nello sport conta tantissimo, a volte più del talento. E’ la qualità che riconosciamo nei fuoriclasse e che da stamane farà capolino. Dalle 12, sul Grand Stand e sul Centrale. Ma pure sui campi limitrofi, di coraggio, parleranno le ultime partite di qualificazione. Andiamo per ordine. Ieri al Campidoglio la cerimonia del sorteggio dei tabelloni ha visto spuntare un fiore che appare avvincente fin dallo sfogliare dei primi suoi petali. Aspettando gli italiani e le sfide che valgono assai di più di un primo turno come Tsonga-Dolgopolov, Gulbis-Nishikori o come il nostro Seppi contro Haas oggi si potrà vedere all’opera un inno alla forza d’animo quale è Tommy Robredo, opposto all’insidioso argentino Monaco. Quella del 32enne spagnolo è davvero stata una resurrezione dopo il serio infortunio che gli è occorso nel 2011 e che lo ha costretto a una lunga inattività e a doversi sottoporre a un intervento chirurgico. Un destino, il suo, scritto nel nome, Tommy, che il padre gli ha dato in onore dell’omonima commedia rock scritta dagli Who. Coraggio è la parola che indica lo stupore generale, poche settimane fa, della straordinaria incompiuta del Kazakhistan in Coppa Davis contro la Svizzera. Uno dei protagonisti di quel brivido, il russo «prestato» ai kazaki Kukushkin lo potrete ammirare oggi in campo contro il portoghese Sousa. E ancora coraggio inteso come salto di qualità sotto l’aspetto della personalità è il refrain di una sfida tra grandi promesse inesplose, come il 27enne francese Jeremy Chardy opposto al coetaneo gigante olandese Robin Haase. Si tratterà per gli amanti delle curiosità della sfida tra i due finalisti nel 2005 del torneo junior di Wimbledon (per la cronaca, vinse il francese di Pau). Nelle prime sei gare del tabellone principale, oggi, i due matches forse più intriganti rimangono a nostro avviso il duello tra il ventinovenne americano di Greensboro, «Big John» Isner (206 cm di altezza) e l’imprevedibile viennese Jurgen Melzer, che a 33 anni, nelle liste, vede scritto davanti al suo nome lo scomodo acronimo «PR» ovvero Protective Ranking. Si tratta della «tutela» della propria classifica che scatta alla presentazione di un certificato medico. L’austriaco è, infatti, alle prese con un infortunio alla spalla che ne ha interrotto la crescita, privandoci dell’estro di un giocatore aggressivo, potente e imprevedibile, nel bene e nel male. Per queste caratteristiche la sua sfida con Isner sembra da catalogare come quelle… vietate ai deboli di cuore! Alla stessa ora, o quasi, di Isner-Melzer, gli aficionados avranno l’imbarazzo della scelta: nel campo vicino si affronteranno il tedesco Kohlschreiber, che abbiamo visto battere a Montecarlo il nostro Bolelli, e il 24enne polacco Jerzy Janowicz, «pivot» polacco di Lodz (come Isner sopra i 2 metri di altezza) cui Roma porta bene: un anno fa, Jerzy dette un paio di grandi scosse al torneo, permettendosi di battere i francesi Tsonga e Gasquet, prima di arrendersi a Roger Federer, nei quarti. Completa il quadro: la sfida tra il solido 28enne castigliano Pablo Andujar e il veterano di mille battaglie Radek Stepanek che a Roma, sei anni fa, fu protagonista della clamorosa eliminazione in due set patita da Roger Federer, impresa che pagò il giorno seguente, dovendosi ritirare per problemi di stomaco, in semifinale, davanti a Djokovic. Ma la scheda dedicata al «coraggio» nel tennis, non può trascurare un paio di protagonisti delle qualificazioni in campo oggi. Il primo è il 23enne ascolano Stefano Travaglia che ha rischiato di vedere troncata la sua promettente carriera nel 2011 a causa un banale incidente domestico (è caduto da una scala contro una v etrata andata in mille pezzi). Ora è tornato ai suoi standard. Stessa sorte per l’americano Sam Querrey, anche lui impegnato a recuperare il tempo perduto dopo essere stato protagonista di un incidente incredibile.
Nel corso di un torneo disputato nel 2009, infatti, il 27enne californiano si è seduto su un tavolo di vetro per allacciarsi una scarpa ma, a causa il cedimento del vetro stesso, ha subito un grave infortunio al braccio. Entrambi hanno dato chiara dimostrazione di coraggio: altrimenti oggi, domenica, sarebbero al mare e non a lottare sulla terra, a un passo dal tabellone principale.

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