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Orgoglio Fognini «Ho aperto le porte, il tennis italiano ci farà parlare per 10 anni»

DOpo il bel successo contro Kecmanovic nel secondo turno degli IBI23 Fognini incontrerà Rune. In conferenza stampa ha raccontato il suo momento, le difficoltà affrontate nell’ultimo periodo e la voglia di provarci ancora, nonostante sia sceso in classifica. È convinto di poter dire ancora la sua e si considera l’apripista della nuova generazione di tennisti italiani.

Fabio Fognini (foto Fioriti)

È sorridente e rilassato Fabio Fognini dopo lo splendido successo nel secondo turno degli Internazionali BNL d’Italia contro Miomir Kecmanovic che lo proietta verso l’attesissimo scontro con Holger Rune, dopo il successo del danese sul teenager francese Arthur Fils.

Una vittoria e un rendimento in campo che non credeva possibile pochi giorni prima dell’inizio del torneo, viste le condizioni tutt’altro che ideali con le quali si è presentato a Roma per colpa dell’infortunio patito poche settimane fa sulla terra dell’Estoril. Ha lavorato bene con il suo team, per regalarsi ancora la possibilità di vivere un torneo da protagonista al Foro Italico, e perché crede fermamente di poter ancora dire qualcosa prima di lasciare il palcoscenico alla nuova generazione di tennisti azzurri, ai quali crede di aver fatto da apripista e sui quali punta forte per un futuro di grandi soddisfazioni.

La conferenza stampa post partita di Fognini inizia con un simpatico siparietto con il primogenito Federico, che dopo aver festeggiato in campo la vittoria di papà lo accompagna anche davanti ai giornalisti. “Vincere davanti a loro è bellissimo, è una grande soddisfazione perché non so onestamente per quanto ancora girerò, con i figli è davvero complicato. Ricordi Federico quando abbiamo vinto a Monte Carlo?”. “No…” risponde candidamente il piccolo, scatenando un gran sorriso sul volto di Fabio, davvero soddisfatto per la vittoria e per essere di nuovo protagonista nel più importante torneo italiano. Continua Fognini, raccontando il suo momento, le difficoltà nel continuare a lavorare giorno dopo giorno con routine sempre più faticose e la complicazione di un brutto infortunio nel peggior momento possibile, con i grandi tornei su terra battuta alle porte. “Arrivo da due anni senza buoni risultati e alcuni infortuni. Si fa fatica, anche ad accettarlo. Oggi si gioca un tennis sempre più veloce, è necessario adattarsi di più rispetto al passato. Vengo da un periodo nel quale dentro di me sentivo qualcosa, ma ottenere senza risultati in campo”.

Per questo la scelta di tornare a lavorare con Corrado Barazzutti, ex capitano di Davis e suo allenatore, uno che lo conosce come pochi altri e che non ha affatto paura di dirgli le cose come stanno e dargli importanti input per lavorare, e ripartire. “Ci siamo fermati e dopo Miami mi sono affidato a Corrado che perché mi conosce benissimo, lui sa cosa dirmi. Gli ho chiesto se a suo parere il mio tennis era ancora in grado di dare qualcosa, abbiamo parlato a lungo e senza peli sulla lingua. Credo che il mio gioco sia superiore alla mia attuale classifica. Se riesco a stare alla larga dagli infortuni, credo di poter ancora dire la mia”.

L’atmosfera sul Pietrangeli era elettrica, un calore del pubblico che ha avvertito e l’ha caricato: “Il Pietrangeli è un campo unico, speciale, è sempre bellissimo giocarci” conferma Fabio, molto soddisfatto della sua prestazione contro Kecmanovic. “Ho giocato un primo set molto solido, di grande qualità, credo di non avergli dato praticamente una chance. Ho servito benissimo, come poche volte in carriera. Nel secondo set dal suo angolo gli hanno fatto cenno di essere più aggressivo, la partita si è fatta più fisica, però ho avuto diverse palle break, in tre suoi turni di servizio mentre nei miei non ho concesso nulla, non mi sarei meritato di arrivare al terzo set. Quando al tiebreak ho avuto tre match point e non li ho sfruttati è stata dura, immaginarmi al terzo set dopo aver giocato così… ma alla fine è andata bene e sono molto contento, credo di essermi meritato il successo”.

Fabio ha parlato anche dei suoi prossimi programmi, salterà l’erba per cercare di recuperare punti e giocare i tornei maggiori in estate, fino a US Open. “Voglio una classifica migliore, punto a tornare tra i primi 100 al mondo prima di Wimbledon, questo vuol dire fare molto bene tra Roma e Parigi, non ci sono altri tornei. Non giocherò le qualificazioni sull’erba a Wimbledon, preferisco restare sulla terra battuta e giocare alcuni Challenger importanti, sperando di fare bene e conquistare più punti possibili, questo è il mio obiettivo a breve. Credo di poterci riuscire se starò bene fisicamente”. Con il tennis mostrato contro Murray e Kecmanovic, non è affatto un’impresa impossibile, soprattutto quando il suo tennis scorre via libero, senza tensioni, esplodendo il suo talento. “Se mi diverto? Sto provando a giocare più libero, anche se non sono affatto al mio meglio per colpa del problema al piede. Cerco di imporre il mio tennis, se riesco a giocare bene è davvero bello stare in campo, nonostante la fatica”. Gli anni passano, tenere alto il livello è sempre più difficile, ma la sua motivazione resta alta perché dopo una carriera così lunga e ricca di soddisfazioni Fabio non alcuna intenzione di salutare nell’anonimato, vuole sentirsi ancora protagonista. “La routine di allenamento e di recupero di tutti i giorni è più faticosa, ma ho ancora voglia di lavorare e di provarci. Non credo di meritarmi di finire così, sento di aver ancora qualcosa da dire”.

Fognini soprattutto sente di aver fatto da apripista per la nuova generazione di tennisti italiani, sui quali punta per il futuro: “Ormai la mia carriera volge al termine, non so ancora per quanto giocherò, ma credo di aver aperto un po’ le porte a questi nuovi giocatori. Sono convinto che avremo dieci anni di grandi soddisfazioni con i giovani che sono arrivati e che arriveranno. Abbiamo Sinner che è un top 10, può restarci a lungo e ambire a traguardi straordinari, e credo che anche Musetti possa arrivarci, ovviamente più lentamente con i suoi tempi di crescita. Non ci dimentichiamo di Berrettini che ora ha sofferto di gravi problemi fisici ma è arrivato in alto e potrà tornarci. Ci sono tanti giovani azzurri pronti a far bene e che faranno parlare tanto di tennis da qua in avanti, per i prossimi 10 anni”.

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