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Kalinina vuole un posto al sole (va bene anche con un po’ di pioggia…)

A 26anni Anhelina è per la prima volta in semifinale in un WTA 1000: venerdì a Roma affronterà la russa Kudermetova. La storia di una giocatrice che due stagioni fa non era nemmeno top 150 e che da oltre un anno ha visto la sua vita stravolta dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia

Questo contenuto è stato pubblicato 11 mesi fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

Non è famosa e vincente come Elina Svitolina e non ha iniziato a mettersi in mostra presto sul tour come Marta Kostyuk (poco più che 15enne). Ma è sicuramente lei la giocatrice ucraina del momento, Anhelina Kalinina da Nova Kakhovka, ragazzona di un metro e ottanta approdata in semifinale agli Internazionali BNL d’Italia, prima volta in assoluto per lei in un WTA 1000. Grazie ai punti conquistati fin qui ha virtualmente eguagliato il “best ranking”, numero 28, siglato lo scorso 20 marzo.

La più brava di un Paese che da 15 mesi sta vivendo una situazione drammatica, con un clima non facile da sopportare negli spogliatoi tra mancate strette di mano tra giocatrici ucraine e russe/bielorusse, bei gesti (Kasatkina che è la prima a portarle il ghiaccio quando s’infortuna al polpaccio al primo turno di Berlino 2022), azioni di sostegno e decise prese di posizione (Swiatek) o non prese di posizione (Sabalenka). L’invasione russa ha cambiato completamente la sua vita, come ha affermato Anhelina in diverse occasioni: quattro mesi dopo l’inizio della guerra, i suoi genitori – la cui casa era stata bombardata – si sono rifugiati a Kiev mentre il resto della sua famiglia è riuscito a sopravvivere in una delle zone conquistate dalla Russia. Così ha utilizzato il prize-money di Wimbledon (secondo turno, battuta dalla connazionale Tsurenko) per ricostruire la casa dei suoi genitori, costretti a trasferirsi nell’appartamento dove vivono lei e suo marito quando non viaggiano per i tornei del tour.

“C’erano grossi buchi in casa, il condominio non c’è più. La loro nuova casa è in fase di ricostruzione e non possono ancora abitarci. Il mio appartamento è un po’ piccolo per loro: mio padre, mia madre, mio ​​fratello, i loro animali domestici…. Tuttavia sono felici perché hanno potuto muoversi, sono grata per avere l’opportunità di aiutarli e perché sono fortunati ad essere ancora vivi”, ha raccontato.

Internazionali BNL d’Italia 2023 Roma 15/05/2023 Anhelina Kalinina Foto Giampiero Sposito

Ventisei anni compiuti lo scorso 7 febbraio, due stagioni fa Kalinina non era nemmeno top 150. Aveva trascorso gran parte della sua carriera nel “purgatorio” dei tornei ITF con una fugace prima apparizione in un main draw WTA a Tashkent 2015, subito fermata dalla giapponese Hibino. E poi erano passati tre anni prima che ciò accadesse di nuovo. Nel 2021 ha raggiunto la sua prima – e finora unica – finale a Budapest, stoppata dalla kazaka Julia Putintseva dopo una serie di 14 vittorie di consecutive, iniziata con due successi back-to-back negli ITF di Montpellier (60mila dollari) e Contrexeville (100mila dollari). “E’ stata la prima volta che mi sono resa conto che potevo fare molto, che fisicamente ero migliorata tanto: prima non avrei mai pensato di poter vincere quasi tre tornei di fila”. Ma ancora più importanti per la sua fiducia, in termini di giocatrici battute, sono stati i quarti nel WTA 500 di Charleston 2022 quando ha messo in fila Sasnovich, Rybakina e Cornet prima di cedere a Jabeur.

Anhelina ama il lato analitico del tennis e fin da quando ha preso in mano una racchetta per la prima volta, a 6 anni, ne è stata subito attratta: “È un gioco molto intelligente, è come gli scacchi, ma sei in movimento. Devi essere intelligente e devi essere molto forte”. Non a caso è cresciuta nel mito di Li Na (“È stata un’ispirazione perché mi piaceva il suo stile ed era fantastica su ogni superficie, era la mia preferita”). Da un anno a questa parte Kalinina viaggia spesso solo con suo marito, Anton Korchevskyi – un ex giocatore junior la cui carriera è stata interrotta a causa di un infortunio alla schiena – che le fa da coach. “Fa sempre il 200% del lavoro – dice -: il mio preparatore atletico è in Ucraina a causa dei tempi difficili e non sempre può viaggiare. Quindi spesso sono sola con mio marito 24 ore su 24, 7 giorni su 7”.

Anhelina Kalinina (foto Getty Images)

Salita la classifica sono salite le ambizioni: “Devo dimostrare di essere brava tre volte di più: devo servire più forte, muovermi ancora più rapidamente, fare tutto al massimo. Il mio obiettivo è solo quello di essere sana e continuare a migliorare. Non bisogna pensare al ranking: la cosa più importante è migliorarsi”.

Intanto a Roma Kalinina, n.47 del ranking e trentesima testa di serie, è per la prima volta tra le migliori quattro in un “1000”. E per riuscirci ha dovuto vincere una maratona, e non è un modo di dire. Martedì sera ha infatti battuto dopo tre ore e 41 minuti (il match più lungo del 2023) la brasiliana Beatriz Haddad Maia, n.15 WTA e 14esima testa di serie, scaricando la tensione con un pianto liberatorio.

Venerdì proverà a fare ancora meglio contro la russa Veronika Kudermetova, n.12 del ranking e 11esima testa di serie: con la 26enne di Kazan ha perso in tre set negli ottavi a Linz nel 2021 (veloce indoor) mentre l’ha battuta sempre in tre set al primo turno di Dubai quest’anno. L’ultima tennista ucraina a trionfare al Foro Italico è stata Elina Svitolina, con la doppietta 2017-2018. Chissà se Kalinina, la giocatrice con la classifica più bassa rimasta in gara a Roma, ci sta facendo un pensierino….

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