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BINAGHI: “CRESCITA SUPER”
“Ma al Foro non ci stiamo più”

Questo contenuto è stato pubblicato 9 anni fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

“Qui dentro non ci stiamo più”. E’ questa la frase risuonata più spesso nella tradizionale conferenza stampa di chiusura degli Internazionali BNL d’Italia. La notizia più interessante – ma allo stesso tempo futuribile – è il possibile spostamento dalla storica sede del Foro Italico a un’area nuova, che sarebbe stata individuata nei pressi di Fiumicino. Ovviamente si tratta di un progetto sul medio-lungo termine, in parte legato alla candidatura olimpica di Roma per i Giochi del 2024, da realizzare di concerto col CONI e coinvolgere anche il più importante torneo italiano. Per la prima volta, dunque, si pensa in modo serio e strutturato a un possibile trasloco da una sede che ospita questo torneo dal 1935 (salvo la parentesi del 1961, quando si giocò a Torino per festeggiare il centenario dell’Unità d’Italia).

Prima di toccare questo argomento, il Presidente FIT Angelo Binaghi ha parlato dell’impressionante successo degli Internazionali BNL d’Italia 2015. “Siamo in crescita continua da ormai 13 anni. Lo ha detto anche l’ISTAT, certificando che il tennis sport individuale più praticato in Italia tra quelli individuali, nonché il quarto in assoluto. Ma sono convinto che potremmo raggiungere due discipline come pallacanestro e pallavolo, che peraltro apprezzo molto. Gli Internazionali BNL d’Italia sono l’evento sportivo italiano più importante. Con la biglietteria siamo arrivati a un incasso di circa 10 milioni di euro, ben superiore a quello che ottengono diverse squadre di calcio di Serie A in un’intera stagione. Il tutto senza considerare l’enorme successo del nostro canale televisivo SuperTennis, la cui crescita si attesta sul 30%. Inoltre siamo stati la prima federazione sportiva a farsi revisionare i conti, sia della FIT che delle società controllate, e metterli online sul proprio sito sia in forma sintetica che completa. A giugno, tra l’altro, ci sarà la pubblicazione del nostro bilancio sociale. Sarà anche l’occasione per parlare delle importanti novità del Settore Tecnico, che si preannunciano innovative”. A chiudere il discorso complessivo sulla federazione, Binaghi ha detto che il tennis progetta di entrare anche nelle scuole italiane, terreno storicamente ostile al nostro sport. L’idea è quella di fare qualcosa insieme al badminton, già attivo in questo senso, e alla novità del paddle, che la FIT provvederà a diffondere in tutte le regioni italiane.

E’ poi giunto il momento delle cifre record degli Internazionali, peraltro con l’ausilio di alcune slide. Si è partiti dal fatturato: dal 2011, primo anno in cui il torneo è diventato combined, c’è stata una crescita del 58%, da circa 16 milioni di euro agli attuali 26 (peraltro la cifra non è definitiva).Naturalmente va di pari passo l’aumento degli incassi da biglietteria e il numero di spettatori paganti. “L’obiettivo era avvicinarsi o superare i 9 milioni di euro, invece siamo andati ben oltre – ha detto Binaghi – mentre il numero totale degli spettatori è aumentato di circa 17.000 unità, avvicinando la soglia psicologica delle 200.000 presenze”. L’argomento del fatturato è uno dei punti cardine per descrivere la crescita della federazione, ormai seconda soltanto al calcio. Tra FIT, Sportcast (la società che gestisce SuperTennis), FIT Servizi e Mario Belardinelli, la previsione di fatturato avvicinerà a 50 milioni di euro.“La cosa più importante è che arriviamo a questi numeri con un importante trend di crescita e chissà che non si possa avvicinare il colosso calcio, che peraltro oggi vive problemi che noi abbiamo superato da tempo”. Da sottolineare anche la crescita “multimediale” del torneo. Le cifre del sito degli Internazionali, nonché delle pagine ufficiali di Facebook, Twitter e Instagram seguono un trend di crescita impressionante, che in certi casi raggiunge addirittura la tripla cifra percentuale.

Prima di addentrarsi sul possibile e ipotetico spostamento del torneo, Binaghi ha toccato altri due temi: il possibile upgrade a “Mini Slam” di cui si parla ormai da qualche anno. “Con Madrid i il gap aumenta anno dopo anno. Il rinvio della questione, che si definirà nei prossimi due anni, è stato un vantaggio per noi. Lo dicono i dati e i giocatori”.
“Inoltre il CEO ATP Chris Kermode è molto contento di Roma, dice che sta facendo tutto il necessario per diventare un grande torneo” ha aggiunto Carlo Mornati, vicesegretario generale del CONI, altro relatore della conferenza insieme a Nicola Pietrangeli. L’altro punto riguarda le pre-qualificazioni: nel 2013 furono circa 3.000 i tesserati a provare l’avventura, mentre quest’anno sono quasi raddoppiati (oltre 5.850). “L’anno prossimo vogliamo crescere ancora. Istituiremo le gare di doppio e ci saranno anche dei montepremi, in modo da valorizzarli e fare in modo che il torneo di pre-quali diventi il più importante in ogni singola regione”.

Poi è giunto l’argomento più importante. Tutto nasce dalle recenti dichiarazioni del presidente CONI Giovanni Malagò, il quale aveva parlato di un possibile spostamento per poter crescere senza i vincoli che la storia e la conformazione del Foro Italico impongono. “E’ una riflessione che mi trova d’accordo – attacca Binaghi – anzi, è nata da una riflessione comune. Il punto è che al Foro Italico non ci stiamo più. Il Campo Centrale è nato piccolo. Avrebbe dovuto essere quello del progetto approvato dalla Giunta Veltroni, poi è arrivata una nuova giunta che lo ha ridotto”. Più tardi, a seguito della domanda di un giornalista, ha anche rivelato che una parte della maggioranza della Giunta Comunale non avrebbe neanche voluto arrivare ai 10.500 posti a sedere, numero minimo per mantenere lo status di Masters 1000. In quell’occasione fu Gianni Alemanno a imporsi. “Il Foro Italico è un’area bellissima ma fortemente limitata. I vincoli ci impediscono di realizzare alcune strutture che avremmo in mente. Alcune, per ottenere l’autorizzazione, devono essere necessariamente provvisorie. Questo, tra l’altro, è una voce di spesa che non esisterebbe se avessimo delle strutture definitive. Detto che vorremmo creare un progetto importante su Roma come Centro Tecnico, sia nazionale (perché vorremmo separare i Centri maschile e femminile) che di Macroarea, e che al Foro Italico non è possibile realizzare campi coperti, abbiamo realizzato una riflessione. Per Roma 2020, candidatura poi ritirata dal Governo, l’area del Foro Italico era stata destinata al nuoto e al tennis un area nei dintorni di Fiumicino…beh, se il CONI deve creare un nuovo impianto per il tennis, si potrebbe creare un ‘site’ nuovo con migliori tecnologie, renderlo più affascinante e farne la sede non solo per il torneo, ma anche per tante attività legate alla FIT (centri tecnici, sedi, ecc..). E’ una situazione seria, da approfondire, di cui continueremo a parlare insieme al CONI”.

C’è poi stato un breve intervento di Carlo Mornati, vice-presidente esecutivo del CONI. “Noi siamo improntati al pragmatismo. E’ bello sognare e mi piace seguire i sogni per il futuro, ma è opportuno ricordare cosa è stato fatto qualche anno fa. Il torneo aveva bisogno di crescere e noi, pur non avendo obblighi in questo senso, abbiamo iniziato a lavorare con la FIT con tanti piccoli cambiamenti che hanno dato al Foro Italico un’immagine tutta nuova. I vincoli architettonici non ci hanno frenato né impedito di fare quello che volevamo. Quello che siamo riusciti a fare con la players lounge, trasferita nella Sala delle Armi, o il lavoro fatto con la Grand Stand Arena, mi fa pensare che questo pragmatismo ci abbia ripagato. Abbiamo fatto un miracolo che sembrava irrealizzabile e oggi è bello pensare a cose che oggi sembrano irraggiungibili, ma in un futuro…chissà”.

Ha chiuso Nicola Pietrageli, il cui intervento è stato incentrato su un pizzico di malinconia. “Mi sento un po’ un genitore del Foro Italico, l’ho visto nascere e crescere. Posso dire che oggi è uno dei tornei più belli del mondo. E mi ha colpito il fatto che molti giocatori volessero giocare proprio lì. Quando giocava Fognini, ho visto moltissime persone sull’ultima fila del Centrale per vedere cosa succedeva sul Pietrangeli. Lo devo dire: se il torneo si dovesse trasferire, dovete trovare un modo per trasportare il mio campo”.

Sono poi seguite una serie di riflessioni, in cui è stato toccato l’argomento della copertura del Campo Centrale, altro punto di cui aveva parlato Giovanni Malagò. “In questo senso siamo in una fase molto avanzata, vorremmo renderlo fruibile 12 mesi all’anno – dice Mornati – vorrei ricordare che il Foro Italico non è del CONI, bensì della città di Roma. Noi lo abbiamo rilanciato dopo che una quindicina d’anni fa era un’area degradata”. “E all’epoca la FIT non aveva un soldo, facevamo fatica anche a pagare gli stipendi – ha aggiunto Binaghi – all’epoca il Foro Italico era quasi largo per questo torneo. Oggi possiamo permetterci ragionamenti diversi. La copertura? Il fatto nuovo è che Malagò si sta occupando fattivamente del progetto e può ottenere i permessi necessari grazie alla sua influenza. Di sicuro il processo deve essere accelerato in chiave olimpica”.

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